Il 23 e 24 febbraio siamo andati, piano piano, a fare un’avventura tutti assieme grandi e piccoli!

Visione del monte Rosa dall’alpe Pile

La richiesta di collaborare ci arriva da una realtà molto interessante, attiva ed unica nel suo genere nel nostro territorio:  la Yurta nel Bosco.

Per poter camminare con i bambini in montagna, quella “vera” (come sottolinea Francesca della Yurta in una sua e-mail ai genitori), bisogna conoscere molto bene il territorio e i luoghi che ci ospiteranno. Perché saremo ospiti in un territorio dove la natura è più presente e viva che mai!

Il meteo è sempre un’incognita che teniamo ben presente. Freddo, caldo, neve, ghiaccio, nebbia, sole, vento. Tutti gli elementi che in attimo potrebbero far cambiare di molto la nostra gita. Beh li abbiamo trovati quasi tutti!

Ci si scalda con giochi e stufa a legna

All’interno del rifugio è tutto pronto per la cena

Il rifugio che ci ospita è fondamentale. Deve essere un vero e proprio rifugio dove scaldarsi, asciugarsi, mangiare e dormire bene. Un luogo dove sentirsi al sicuro. Le persone che camminano con noi devono sentirsi accolte bene. La scelta con queste premesse è andata al rifugio Pastore: storico rifugio dove l’accoglienza e i servizi sono di alta qualità.

Il ritrovo nel primo pomeriggio di sabato ha lasciato il giusto tempo alle famiglie di prepararsi e raggiungere il luogo di ritrovo con relativa calma. Non avere fretta di partire e di arrivare ci fa guadagnare tempo per capire dove siamo e chi siamo.

Il primo tratto di strada asfaltata non è bellissimo ma anche qui ci sono un sacco di storie da raccontare. La Valsesia ne è così ricca che c’è solo l’imbarazzo della scelta su che cosa raccontare.

Il bello viene però quando prendiamo finalmente il sentiero. Qui le cose cambiano davvero! L’avventura ha inizio, così ci dicono i bambini, che lasciano le famiglie un po’ indietro per partire per un vero viaggio.

Il serpentone di persone si snoda tra larici, rocce e neve. Prestando attenzione a non scivolare, o meglio, a scivolare dove si vuole, affrontiamo senza accorgercene i primi chilometri e metri di dislivello.

Merenda

Quando la salita si fa sentire una merenda è quello che ci vuole, vicino a una storica casera che ci fa da sfondo.

Da qui in poi gli eroi si vedono. La giornata è lunga e l’arrivo si nasconde dietro l’ultima salita che sembra finire nel cielo.

Dopo una cena che pacifica cuori e stomaci tutti a dormire, senza dimenticare di lavarci i denti, ma… siamo in rifugio in inverno e l’acqua non c’è. In questo modo tutti ci industriamo per trovare la soluzione giusta, ognuno la sua!

La notte passata nel calore del rifugio

Al mattino presto i nostri bambini non vedono l’ora di fare colazione per poi giocare nella neve. Noi genitori ci godiamo una colazione con calma, aspettando che il sole ci raggiunga per la camminata.

I nostri piccoli grandi eroi ci chiedono di calzare i ramponcini (anche sul piede più piccolo!). E così inizia l’avventura di oggi fino al torrente Bors. Tra scoperte di capanne di pietra, casere, impronte nella neve e il ponte sul torrente si fa l’ora di rientrare per il pranzo. Ma le avventure non sono finite!

Recuperati gli zaini si rientra per un sentiero diverso rispetto al giorno prima. Arrivati alle Caldaie del Sesia (una piccola cascata in parte ghiacciata) ci rendiamo conto che l’unico modo per scendere in sicurezza sugli ultimi gradine è… usare una corda! E qui mi spiace ma la concentrazione sulla discesa in sicurezza non ha permesso di immortalare i nostri eroi. Anche gli adulti hanno affrontato benissimo una discesa non comune!

Le parole che abbiamo usato per salutarci alla fine della nostra avventura credo abbiamo lasciato un segno indelebile in tutti noi. Piano piano, seguendo dei ritmi naturali, che non ci sembra più di avere, siamo tornati arricchiti del tempo condiviso.

le piccole eroine (4 e 5 anni)

Buoni passi Grandi Piccoli Eroi