Il monte Fenera dove vissero i Neanderthal
Da Grignasco (NO) si può partire per un’escursione che porta a raggiungere la cima del monte Fenera, che si trova all’interno dell’omonimo parco. Seguendone la particolare conformazione si può scoprire la sua incredibile e elaborata storia geologica, che ha disegnato la storia dei suoi abitanti umani e non solo.
Nei banchi calcareo dolomitici del monte Fenera, i fenomeni di carsismo hanno originato numerose cavità, alcune delle quali sono di notevole interesse archeologico e paleontologico. Gli scavi, ancora attivi, hanno rilevato segni unici in Piemonte della presenza dell’uomo di Neanderthal, vissuto in questi luoghi circa a partire da 300.000 anni fa. Sono stati trovati numerosi reperti dell’Orso delle Caverne, estintosi 20.000 anni fa. Il monte Fenera è un vero microcosmo, molti gli ospiti d’eccellenza fra questi la cicogna nera, specie assai rara, il picchio muraiolo e il picchio nero, il falco pellegrino. Numerose anche le specie vegetali uniche in Valsesia, grazie alla varietà dei suoi suoli tra cui felci, orchidee e ciclamini.
Il monte Fenera si erge dalla pianura come un panettone isolato dal resto, è Parco Naturale dal 1987 e per la sua particolare storia geologica fa parte del Sesia-Valgrande Geopark UNESCO.
Un bel modo per conoscere il Parco è sicuramente una escursione che tocchi alcune delle sue numerose sfaccettature: il “tour del monte Fenera” ne è un esempio.
Questo è quello che faccio di solito.
Da Grignasco (348m slm) un comodo sentiero sale attraverso vecchi coltivi e vigneti abbandonati e giunge nei pressi della fraz. Bertasacco. Entrati nella valle del torrente Magiaiga, una comoda mulattiera permette di raggiungere i ruderi della cascina dell’Agru e poco dopo il ponte in sasso della Boretta, dove ammirare la vegetazione che lo ha colonizzato.
Una ripida salita conduce alla località Paradiso, esposta a sud con un microclima unico. Costeggiando dei secolari castagni, si giunge prima a Cerianelli e poi alla fraz. Colma (696m). Dopo una breve visita ai vecchi vicoli in sasso si giunge alla chiesa, dove sostare e ammirare la cima. Alla fine dell’abitato, si trova il cimitero e appena fuori la chiesa dedicata a San Antonio in cui riposa Nicolao Sottile, uno dei maggiori benefattori della Valsesia.
Si segue la pista tagliafuoco e poco dopo si prende a destra il sentiero che attraversa una fascia di rocce calcaree, continua nel bosco e conduce ai ruderi dell’Alpe Fenera.
Da qui si prosegue fino alla sella tra le due cime, volgendo a sinistra si sale alla vetta dominata dalla grande croce di circa 12 metri eretta nel 1906. In questo punto è possibile ammirare un panorama completo delle Alpi occidentali, con il massiccio del Monte Rosa, e tutta la pianura sottostante.
Dopo la corretta pausa ad ammirare il paesaggio si scende verso Grignasco passando da San Quirico e la cava della cote. I fortissimi temporali del 2020 e 2021 hanno devastato la cima del Monte lasciando per terra centinaia di ceppaie di castagno e altri alberi. Qui infatti l’imbocco del sentiero per scendere non è molto visibile a causa proprio della grande quantità di piante ancora a terra. (se vi chiedete perché sono ancora lì, beh la faccenda è complicata!). Basta avere con sé una carta o una guida e tutto si risolve! Da qui un bel sentiero, prima immerso nel bosco che diventa panoramico sulla valle del Sesia poi, porta a raggiungere la frazione Ara. La zona chiamata “giardino delle grotte” merita una deviazione e una sosta più lunga. Il luogo è suggestivo e ci scorre sempre dell’acqua cristallina, che ha modellato le rocce calcaree. Qui si dice ci fosse anche una sibilla, che prediceva il futuro… Si riprende in salita il sentiero che riporta a Bertasacco e poi a Grignasco.